La validazione scientifica: un ingrediente chiave per gli alimenti funzionali

Ultima modifica : 03/08/2003
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    Nel mondo degli alimenti è diventato di moda parlare di “alimenti funzionali”, la loro fetta di mercato è destinata a crescere considerevolmente nei prossimi anni. Molti credono che gli alimenti funzionali siano quelli per i quali è possibile utilizzare gli “health claims” (i messaggi che affermano, suggeriscono o implicano una relazione tra un alimento, o un suo componente, e la salute). Anche se ciò non è del tutto vero, questo è sufficiente per stimolare un acceso dibattito sulle conferme scientifiche necessarie per giustificare gli health claims.

    Ci sono state molte definizioni degli alimenti funzionali, ma quella che ha recentemente ottenuto il consenso scientifico generale è la seguente: “Un alimento può essere considerato «funzionale» se dimostra in maniera soddisfacente di avere effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o per la riduzione del rischio di malattia. Gli alimenti funzionali devono comunque restare «alimenti» e dimostrare la loro efficacia nelle quantità normalmente consumate nella dieta. Gli alimenti funzionali non sono pillole o pastiglie, ma prodotti che rientrano nelle normali abitudini alimentari.”

    L’importante Azione Concertata dell’Unione Europea denominata “Functional Food Science in Europe” (FUFOSE), coordinata dall’International Life Science Institute (ILSI Europe), ha indicato fondamentalmente due tipi di “health claims” per gli alimenti funzionali:

    • claim correlati al “miglioramento di una funzione biologica”: si richiede che la verifica dell’efficacia degli effetti funzionali dell’alimento sia basata su parametri o indicatori validati riconosciuti come idonei a dimostrare il miglioramento di una specifica funzione biologica;
    • claim correlati alla “riduzione del rischio di malattia”: si richiede che la verifica sia basata su parametri riconosciuti o indicatori convalidati in grado di rilevare i punti critici legati alle fasi di sviluppo (insorgenza) di una malattia, se non proprio alla malattia stessa.

    Scienziati e consumatori sono interessati alla relazione tra il consumo di un alimento o di un ingrediente e l’effetto finale che lo stesso ha sulla salute. Nel caso in cui il periodo che intercorre tra consumo ed effetto fosse troppo lungo, è necessario utilizzare dei punti di controllo intermedi detti indicatori o bioindicatori. I bioindicatori possono essere definiti come “indicatori degli effettivi o possibili cambiamenti sistemici, organici, tissulari, delle strutture cellulari e sub-cellulari e dell’integrità funzionale che possono essere utilizzati singolarmente o in gruppi per controllare lo stato di salute e gli effetti dell’esposizione a composti in popolazioni e individui.” Ci sono bioindicatori di esposizione, bioindicatori di risposta funzionale/biologica (relativi ai claims di “miglioramento di una funzione biologica”) e bioindicatori di punti di controllo intermedi (relativi ai claims di “riduzione del rischio di malattia”). Prendendo ad esempio le malattie cardiache, possiamo esaminare l’effetto dei componenti degli alimenti funzionali sugli indicatori di una migliorata funzione specifica, come, ad esempio, livelli più bassi di colesterolo nel sangue. Un esempio di indicatore della riduzione del rischio di malattia potrebbe essere la dimostrazione di un effetto benefico sull’occlusione delle arterie.

    La percezione del consumatore riguardo i vantaggi degli alimenti funzionali dipende dal beneficio stesso e dalle informazioni che li accompagnano. Il compito dei responsabili per lo studio dei regolamenti è quello di fornire una struttura legale che controlli i claims. Gli scienziati devono fornire la base scientifica per la convalida degli health claims e del relativo sistema della loro comunicazione. I responsabili per l’emissione di questi regolamenti, quindi, assicureranno la veridicità degli health claims ed eviteranno un’eventuale confusione nel consumatore.

    La Direzione Generale della Commissione Europea “Salute e tutela dei consumatori” (DG SANCO) ha emesso nel giugno del 2002 una prima bozza di proposta per una normativa sui requisiti dei claims nutrizionali, funzionali e salutistici (health claims) riguardanti gli alimenti. I due health claims sopra citati sono compresi in questo documento. La proposta finale potrebbe essere adottata ufficialmente dall’Unione Europea nel 2003 così come le consultazioni formali che coinvolgono gli Stati Membri.

    Un altro progetto europeo, PASSCLAIM (Process for the Assessment of Scientific Support for Claims on Foods) anch’esso coordinato da ILSI Europe, svilupperà gli strumenti necessari per la convalida scientifica degli health claims per gli alimenti. Ciò rappresenterà un elemento essenziale per una futura legislazione europea sugli health claims.

    Riferimenti bibliografici

    1. Ashwell M (2001). Functional foods: A simple scheme for establishing the scientific basis for all claims. Public Health Nutrition 4:859-862.
    2. Diplock A,Aggett P, Ashwell M, et al. (1999). Scientific Concepts of Functional Foods in Europe: Consensus Document. British Journal of Nutrition 81(No 4): S1-S27.
    3. EU Commission DG SANCO (2002). Draft proposal for regulation of the European Parliament and of the Council on nutrition, functional and health claims made on foods. Working document 1832/2002.
    4. ILSI (2002). Concepts of Functional Foods, ILSI Europe Concise Monograph Series.