Le origini del pomodoro

Ultima modifica : 03/08/2001
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    Sono senza dubbio migliaia i piatti in cui il pomodoro è uno degli ingredienti principali o l’alimento base. Per via del suo colore, sapore e versatilità, il pomodoro ha percorso un lungo cammino dalle antiche civiltà Azteche fino a diventare onnipresente nelle nostre cucine.

    Molti dei piatti più comuni e gustosi del giorno d’oggi risalgono a tempi antichi e allo scambio di piante commestibili tra il Vecchio e il Nuovo Mondo. Il pomodoro è originario delle regioni basse delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi in Messico. Proprio questa popolazione diede al pomodoro il nome di “tomatl”, che significa “frutto polposo”, e successivamente i conquistadores spagnoli modificarono il termine in “tomate”. Il pomodoro, insieme al mais, la patata, il peperoncino e la patata dolce venne introdotto in Spagna all’inizio del 16mo secolo attraverso i viaggi di Cristoforo Colombo.

    Il pomodoro arrivò probabilmente prima a Siviglia, centro principale di scambio internazionale soprattutto con l’Italia. Nel 1544, l’erborista italiano Pietro Andrea Mattioli definì i frutti gialli della pianta del pomodoro “mala aurea”, cioè mela d’oro, e più tardi, nel 1554, parlò di una varietà rossa. Nel 1554 un erborista Olandese, Dodoens, ne fece una descrizione dettagliata e il frutto si guadagnò la reputazione di afrodisiaco. Questa fama spiega i termini “pomme d’amour” in francese e “love apple” in inglese con i quali si definisce il pomodoro.

    È a partire dal 18mo secolo che il pomodoro viene gradualmente utilizzato come ingrediente da cucina. La ricetta napoletana più antica di cui si è a conoscenza è la “salsa di pomodoro alla spagnola” e risale al 1692.

    Nonostante per il suo ampio utilizzo culinario venga normalmente considerato una verdura, il pomodoro è un frutto ed appartiene alla famiglia delle Solanacee della quale fanno parte anche la patata, il peperone e la melanzana. Il pomodoro è uno degli alimenti/ingredienti più conosciuti in Europa, in parte grazie proprio alla sua versatilità e alla capacità di associarsi a numerosi altri alimenti quali il formaggio, le uova, la carne e una grande varietà di erbe aromatiche.

    I pomodori sono nutrienti e ricchi di vitamina C e folati. Nell’alimentazione, i pomodori sono la principale fonte di un pigmento rosso, chiamato licopene, che ha proprietà antiossidanti e anticancerogene. Un alto tasso di licopene nel plasma sanguigno, infatti, viene associato alla bassa incidenza di alcuni tumori, in particolare il cancro alla prostata. La sua assimilazione nell’organismo dipende significativamente dal tipo di prodotto che viene consumato. L’apporto di licopene nel plasma sanguigno è più rilevante quando questo proviene da prodotti a base di pomodoro cotto rispetto alla stessa quantità di pomodori freschi. Nello stesso modo, la disponibilità di licopene nel succo di pomodoro lavorato a caldo è superiore a quella del succo di pomodoro fresco.

    Le raccomandazioni dietetiche nazionali e internazionali consigliano di aumentare il consumo di frutta e verdura fino a mangiarne almeno cinque porzioni al giorno. I pomodori sono eccezionali sia per uno spuntino veloce, sano e nutriente che come ingrediente per la preparazione di ricette in cucina.

    Riferimenti bibliografici

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