L’etichettatura degli allergeni per i nostri alimenti

Ultima modifica : 03/08/2005
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    Per coloro che sono allergici a certi alimenti, come il frumento o le uova, è facile escluderli dalla dieta quando essi si presentano come tali. Tuttavia non è facile essere sicuri che questi stessi allergeni non compaiano in alimenti già confezionati, per esempio nelle salse.

    La produzione alimentare è divenuta un processo molto complesso e sofisticato ed i prodotti alimentari confezionati fanno parte della nostra esistenza quotidiana. È difficile immaginare di dover rinunciare a queste comodità solo perché non si sa se il prodotto sia stato cucinato con olio di noci o possa contenere glutine o qualche tipo di crostaceo.

    La maggior parte delle persone gusta senza problemi una grande varietà di alimenti. Ma per una piccola percentuale di soggetti, alcuni alimenti specifici o loro componenti possono determinare reazioni avverse, che vanno da una lieve eruzione cutanea ad una risposta allergica grave. Al fine di conseguire un più elevato livello di protezione della salute per i consumatori e garantire il loro diritto all’informazione, la legislazione UE è stata recentemente modificata. L’etichettatura degli alimenti dovrebbe assicurare la trasparenza per quanto riguarda gli ingredienti classificati come potenziali allergeni.

    Giustificando la nuova legislazione, un gruppo di lavoro dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) all’inizio del 2005 ha ritenuto esserci ampia evidenza per approvare l’inclusione obbligatoria sulle etichette alimentari dei più comuni allergeni e dei loro derivati utilizzati come ingredienti.

    IL NUCLEO DELLA NUOVA LEGISLAZIONE

    La Direttiva UE 2003/89/EC (che modifica la precedente Direttiva 2000/13/EC) circa l’indicazione degli ingredienti negli alimenti richiede che i produttori elenchino 12 gruppi di potenziali allergeni se entrano come ingredienti nella composizione di cibi confezionati, incluse le bevande alcoliche, indipendentemente dalla loro quantità. Gli allergeni includono cereali che contengono glutine, pesce, crostacei, uova, arachidi, soia, latte e derivati compreso il lattosio, noci, sedano, senape, semi di sesamo e solfiti. Questi sono responsabili di oltre il 90% di tutte le reazioni allergiche. La lista degli allergeni alimentari inclusa nell’Allegato della Direttiva verrà riesaminata ed aggiornata a seconda delle necessità, sulla base delle conoscenze scientifiche più recenti.

    Venendo ai dettagli pratici dei cambiamenti, come regola generale, esclusioni dall’etichettatura non saranno più accettate per gli allergeni. In particolare gli ingredienti derivati da una sostanza che compare nell’elenco degli allergeni dovranno essere normalmente dichiarati come tali, per esempio la lecitina di soia. Tuttavia data la possibilità che certi derivati di allergeni alimentari possano non scatenare una reazione allergica, questa stessa legislazione prevede anche esclusioni in tal senso.

    Al fine di preparare una lista di derivati di allergeni per cui non sia richiesta l’etichettatura obbligatoria, la Commissione Europea ha richiesto una valutazione all’EFSA per una serie di casi. L’EFSA provvederà nei prossimi mesi a fornire opinioni scientifiche circa le probabilità che si scatenino reazioni avverse a seguito del consumo da parte di individui sensibili in condizioni specificate dai produttori. Sulla base delle opinioni pubblicate finora, sostanze che probabilmente potranno essere esentate includono gli sciroppi di glucosio derivati dal frumento, l’olio di semi di soia raffinato, vari distillati di noci ed ingredienti proteici utilizzati per schiarire i vini.

    QUANDO ENTRERANNO IN VIGORE LE NUOVE REGOLE?

    entrata in vigore il 25 novembre 2003. Gli Stati Membri hanno avuto un anno (fino al 25 novembre 2004) per recepire le prescrizioni della Direttiva nei propri sistemi legislativi nazionali.

    I produttori hanno avuto un ulteriore anno per adeguare pienamente loro etichette alle regole, quindi dal 25 novembre 2005 i prodotti in commercio devono conformarsi alla nuova legislazione. Comunque i prodotti che sono stati posti sul mercato o sono stati etichettati prima di tale data possono essere venduti fino ad esaurimento delle scorte.

    Testi di riferimento